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Calabria e Turismo

Un Porticciolo Turistico per lo sviluppo sostenibile del territorio

La Calabria, con quasi 800 km di costa, coronate da bellezze naturali e paesaggi dal fascino unico e suggestivo, si piazza tra le Regioni più belle d’Italia, che incentra nel turismo le prospettive di sviluppo di un territorio poco valorizzato.

Una Regione caratterizzata da una morfologia del territorio molto variegata, costituita da montagne, mare, colline e pianure, con diverse specie autoctone che arricchiscono il paesaggio con profumi e colori in ogni periodo dell’anno.

Bagnata quasi totalmente dal mare, con fondali a tratti rocciosi e a tratti sabbiosi, che regalano pittoresche sfumature di colori, che virano dal verde al blu, in perfetto stile mediterraneo.

La conformazione particolare del territorio, insieme ad un ecosistema noto per le particolari e molteplici biodiversità, sono da sempre oggetto di grande interesse scientifico, con ricerche e studi condotti dai più grandi centri di ricerca e università Internazionali.

Nel corso degli anni le coste calabresi, sotto l’azione erosiva del mare, hanno subito un rapido arretramento dell’arenile, che unitamente ad altre azioni di natura antropica, quali l’abusivismo edilizio, la cementificazione selvaggia e il prelievo eccessivo di materiale dal letto dei fiumi, hanno esposto il nostro territorio a gravi fenomeni di dissesto idrogeologico.

Una terra con tante risorse naturali e paesaggistiche, ricca di bellezze storiche, artistiche e culturali, ma anche molto fragile; aspetti che richiedono una attenta programmazione e pianificazione territoriale, finalizzata alla valorizzazione e allo sviluppo sostenibile del territorio, nell’interesse dei giovani e delle generazioni future.

A tal fine ho elaborato un modello progettuale, che se supportato da una idonea pianificazione urbanistica e territoriale, a mio avviso, consentirebbe una rigenerazione del turismo calabrese, nel rispetto degli equilibri che regolano i rapporti tra uomo e natura.

L’elemento centrale di questo modello, che potrebbe giocare un ruolo determinante per un territorio a forte vocazione turistica, è costituito dai porticcioli turistici, da sempre considerati il volano per lo  sviluppo economico, la prosperità, la competitività e l’occupazione di un territorio.

La politica Europea negli ultimi anni ha concentrato gli sforzi nel settore portuale, in virtù del fatto che quasi la metà della popolazione Europea vive lungo le coste, ed è qui che si produce la maggiore ricchezza dei territori.

Occorre, quindi, orientare la politica portuale verso modelli sempre più sostenibili che favoriscono la stabilità del clima, dando priorità alla tutela dell’ambiente e alla salute dei cittadini.

Una struttura portuale, se ben organizzata e se supportata da una idonea programmazione e da una pianificazione territoriale, può davvero essere il motore di sviluppo di una Regione che ha grandi potenzialità nel settore turistico.

I porti sono l’immagine del territorio che li ospita, e con esso stabiliscono un rapporto di interdipendenza e di perfetto equilibrio con il paesaggio e con le bellezze naturali del luogo.

In Italia i primi porti turistici sono stati realizzati negli anni 80-90, in parte da privati che hanno ottenuto l’affidamento in concessione pluriennale degli specchi d’acqua, ed in parte realizzati da Comuni o da Pubbliche Amministrazioni, o anche da società miste pubblico-private.

Al fine di snellire l’iter autorizzativo per l’ottenimento delle concessioni demaniali, negli anni 90 il governo ha emanato il decreto D.P.R.  509, 2 Dicembre 1997 (Decreto Burlando), recante disciplina del procedimento di concessione di beni del demanio marittimo, per la realizzazione di strutture dedicate alla nautica da diporto.

Grazie a questo decreto sono state adottate nuove procedure semplificate per l’ottenimento delle concessioni demaniali, utilizzando strumenti come la conferenza dei servizi e l’accordo di programma.

Il decreto individua, inoltre, tre tipologie di opere portuali:

·         Porto turistico (per nautica di diporto);

·         Approdi turistici (che comprendono tutte le tipologie, escluse quelle per la difesa militare e la sicurezza dello Stato);

·         Punti di ormeggio (per piccole imbarcazioni).

Il progetto di un porticciolo turistico parte da una pianificazione territoriale, incentrata sullo studio delle potenzialità e delle risorse ambientali, naturalistiche, culturali, paesistiche, climatiche, storiche e sociali del territorio che lo ospita, e deve essere integrato nell’offerta turistica e nella riqualificazione dei waterfront.

Il caso studio riguarda un tratto di costa ubicato nel Comune di Roseto Capo Spulico, un piccolo paese della provincia di Cosenza, “Perla dello Jonio”, come spesso viene soprannominato, conosciuto anche grazie alla presenza di un maestoso castello federiciano di epoca medievale.

Il Castello (Castrum Petrae Roseti), molto suggestivo per la sua particolare collocazione a picco sul mare, fu dimora estiva di Federico Barbarossa (secolo XIII), e oggi rappresenta un grande luogo di interesse storico e culturale a livello Nazionale, simbolo delle bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche che contraddistinguono la nostra regione.

Roseto Capo Spulico

(Vista panoramica di Roseto Capo Spulico)

Roseto Capo Spulico ha subito la sua prima trasformazione territoriale negli anni 70 del novecento, quando furono costruiti i primi “residence”, che segnarono l’inizio di una nuova era per il turismo dell’Alto Jonio calabrese, sempre più proiettato verso un turismo di tipo balneare.

Negli anni successivi, anni 80-90, Roseto subì un forte sviluppo edilizio, decentrando il carico urbanistico dal nucleo antico (centro storico) verso le zone costiere, realizzando insediamenti di tipo intensivo, costituiti da condomini che oggi ospitano le “seconde case” dei vacanzieri.

I mutamenti climatici che hanno progressivamente causato l’innalzamento del livello dei mari, e la cementificazione rapida e incontrollata del tessuto urbano, hanno lasciato il segno anche in questo piccolo e meraviglioso angolo di mondo.

Nel 2009 sono stati effettuati i primi interventi di ripascimento, che hanno comportato la realizzazione di pennelli, o barriere frangiflutti, con funzione di difesa del litorale mediante la dissipazione del moto ondoso.

Il sistema adottato si è dimostrato efficace, riuscendo a contrastare le violente mareggiate di scirocco che esercitano una forte azione erosiva su tutto il litorale Jonico.

Grazie a questo intervento è stato possibile mitigare il rischio idrogeologico, mettendo in sicurezza un tratto di costa, che nel corso degli anni ha subito gravi disagi, arrecando diversi danni strutturali alla viabilità e al nucleo abitato.

I pennelli frangiflutti, realizzati con materiale lapideo di mantellata, in parte emergenti ed in parte sommerse o soffolte, garantiscono il costante ripascimento naturale delle zone sottoflutto ed un ricambio dello specchio d’acqua protetto.

Roseto Capo Spulico

(Vista panoramica di Roseto Capo Spulico con le barriere frangiflutti realizzate nel 2009)

L’idea di un nuovo modello di sviluppo turistico, nasce dalla necessità di elaborare un progetto di riqualificazione urbana di un’area carente di servizi e di infrastrutture, che possano garantire una idonea qualità turistico-ricettiva.

Roseto Capo Spulico

(Tratto di costa oggetto di studio)

Il modello proposto, se ben strutturato e inserito in una più ampia programmazione e pianificazione territoriale, può rappresentare il trampolino di lancio di un turismo da molti invocato ma che stenta a decollare.

Il porticciolo, si configura come un insediamento turistico-balneare, integrato con il tessuto urbano esistente. I due moli che delimitano lo specchio d’acqua protetto, o “bacino”, riprendono lo stile estetico e strutturale utilizzato per le barriere frangiflutti esistenti.

A differenza di queste ultime, i due moli adottati nel modello in esame, svolgono una duplice funzione:

  • difesa del litorale dal moto ondoso;
  • attracco delle banchine galleggianti, praticabili, utilizzate per l’ormeggio delle imbarcazioni.

Il molo principale, o sopraflutto, ha una forma di tipo curvilineo ad arco di circonferenza, mentre il molo secondario ha una forma più regolare a Y, con funzione di chiusura dello specchio d’acqua, e di protezione del tratto di costa sottoflutto.

Dal molo sopraflutto, che protegge il bacino dalle correnti provenienti da sud, si diramano radialmente le banchine galleggianti, utilizzate per l’attracco e l’ormeggio delle imbarcazioni.

(Planimetria generale del Porto su foto aeree)

Il porticciolo turistico si propone come un modello di riqualificazione urbana del waterfront, potendo contare sulle reti impiantistiche e sui servizi di quartiere esistenti, integrandosi con il tessuto urbano circostante.

Il nuovo insediamento turistico-balneare, quindi, si inserisce nel contesto urbano e territoriale, promuovendo nuovi concept di tutela ambientale, che implementano l’uso sostenibile delle risorse, soprattutto quelle impiegate nei servizi e nella gestione del porto.

Nell’ottica di uno sviluppo turistico sostenibile, mobilità elettrica e fonti rinnovabili giocano sicuramente un ruolo strategico, nella gestione delle risorse, adottando sistemi e tecnologie eco friendly  e ad impatto zero.

La Calabria è una regione ricca di risorse energetiche naturali, che se opportunamente sfruttate con sistemi idonei, possono sostenere attivamente lo sviluppo sostenibile del turismo e del territorio.

Le coste calabresi, infatti, possiedono grandi potenzialità eoliche, con brezze marine che raggiungono una velocità media annua stimata pari a circa 6 m/sec; senza dimenticare l’ottima esposizione solare della nostra Regione, che può contare su una radiazione solare media annua pari a circa 1500 kwh/mq.

L’industria dell’eolico è sempre più orientata verso soluzioni innovative, efficienti ma soprattutto a basso impatto estetico ed ambientale, che consentono la perfetta integrazione con il paesaggio ed il contesto urbanistico.

Una tecnologia molto diffusa nel settore delle piccole installazioni, è rappresentata dai generatori eolici ad asse verticale, che al contrario dei generatori eolici ad asse orizzontale, sono di dimensioni ridotte, a basso impatto acustico e visivo, e consentono di produrre energia elettrica anche in presenza di bassi livelli di velocità del vento.

Esempio di generatori eolici: a sinistra un generatore eolico ad asse orizzontale, a destra un generatore eolico ad asse verticale.

I generatori eolici, se abbinati a batterie di accumulo, possono stoccare l’energia elettrica prodotta ad intermittenza nelle ore di massima produttività, consentendo il prelievo di energia nei momenti di maggior richiesta.

Un porticciolo turistico, quindi, assume i connotati di un centro produttivo di energia rinnovabile, in grado di alimentare una serie di servizi e di attività che valorizzano il contesto urbano e paesaggistico.

A tal scopo è fondamentale effettuare una pianificazione strategica nella gestione energetica delle risorse, che implementi l’uso di sistemi integrati atti a produrre l’energia necessaria per la gestione sostenibile delle reti impiantistiche, e dei servizi pubblici annessi.

Un generatore eolico, abbinato a batterie di accumulo per lo stoccaggio dell’energia, può essere utilizzato, ad esempio, per alimentare stazioni di ricarica per veicoli elettrici, questi ultimi impiegati nelle attività di escursionismo on-shore e off-shore.

Porto roseto capo spulico

(Ricostruzione grafica 3d del porto)

Il patrimonio paesaggistico calabrese, di tipo collinare, con panorami mozzafiato, arricchito da meravigliosi borghi antichi sparsi sulle colline, e da campagne ricche di profumi e colori, rappresenta una grande attrattiva per appassionati ed escursionisti di mountain bike. Il bacino di utenti può essere allargato utilizzando bici alimentate ad energia elettrica e a pedalata assistita (e-bike).

Un turismo ciclabile e sostenibile che si colloca nel porto, come elemento centrale di un itinerario turistico arricchito da rifugi attrezzati, dislocati lungo il percorso, che conducono l’escursionista alla scoperta di un paesaggio ricco di bellezze naturali.

Mobilità elettrica CALABRIA

Stazione di ricarica per veicoli elettrici, alimentata con l’energia prodotta dalle turbine eoliche dislocate nel Porto

Porto turistico roseto capo spulico

(Rappresentazione grafica del porto, con vista prospettica della banchina sopraflutto che ospita le turbine eoliche)

Un altro sistema di mobilità elettrica, che si affianca alle attività di escursionismo e-bike precedentemente descritte, è rappresentato dalle barche elettriche, che possono essere impiegate per attività di escursionismo off-shore e per gite turistiche.

A Molveno, per citare un esempio, un piccolo paese del Trentino con poco più di mille abitanti, caratterizzato da  uno dei laghi più belli d’Italia, , vengono utilizzate delle piccole barche a motore elettrico ad energia solare, denominate GOGO electric,.

I “GOGO electric”, alimentati da stazioni di ricarica ad energia rinnovabile dislocate intorno al lago, e da moduli fotovoltaici integrati nel veicolo, rappresentano una grande attrattiva per strutture ricettive, hotel, villaggi turistici, ristoranti, e privati.

(Barche GoGo electric – Fonte: gardasolar.com)

La mobilità elettrica sta investendo il settore nautico, che cerca di sostituire il motore a combustione tradizionale, con motori elettrici o ibridi, al fine di ridurre l’impatto ambientale, senza rilasciare residui in mare.

I sistemi elettrici rendono le imbarcazioni più efficienti, sicure, silenziose e con ridotti costi di gestione e manutenzione.

Il settore Italiano dell’industria nautica elettrica offre diverse soluzioni, tra le quali si annovera il modello LAGON 55 dell’azienda BARCHE ELETTRICHE, che con batterie agli ioni di litio riesce a garantire un’autonomia di circa 8 ore, e può raggiungere una velocità di 9 km/h.

Un altro esempio è rappresentato dal primo yacht olandese, denominato SOELCAT12,  alimentato da due batterie da 60 kwh, e da moduli solari leggeri e sottili, a prova di acqua salata, applicati sulla struttura dello yacht, in grado di garantire un’autonomia di 24 ore.

MODELLO LAGON 55 – Foto a sinistra (Fonte: barchelettriche.com) – MODELLO SOELCAT 12 – Foto a destra (Fonte: soelyachts.com)

Esistono anche sistemi con celle fotovoltaiche applicate direttamente sui tessuti delle vele, come nel caso di HELIOS, una barca a vela dal design tutto italiano, che cattura energia solare grazie alle celle fotovoltaiche flessibili in silicio.

BARCA A VELA HELIOS con celle fotovoltaiche applicate sul tessuto delle vele (Fonte: rinnovabili.it)

Soluzioni innovative che consentono di alimentare le barche in modo sostenibile ed ecologico, utilizzando energia pulita durante il loro stazionamento in porto e in fase di navigazione, con alimentazione a motore o a vela.

Un porto, quindi, assolve la duplice funzione di POLO TURISTICO e di QUARTIERE URBANO, luogo di incontro, socializzazione, con spazi attrezzati in grado di rigenerare un “vuoto urbano” carente di infrastrutture e servizi. La rifunzionalizzazione del tessuto urbanistico, attraverso interventi di riqualificazione urbana ed energetica, consente lo sviluppo di nuovi spazi destinati a molteplici attività legate al turismo, valorizzando le risorse del territorio, nel rispetto dei connotati storici, paesaggistici e ambientali del luogo che lo ospita.

Concludo con una citazione di Marguerite Yourcenar dalle “Memorie di Adriano”, che racchiude tutta la forza e la bellezza dei porti, con l’augurio che in questa terra baciata dal sole e colma di tante bellezze naturali, possano proliferare tanti modelli di sviluppo sostenibile:

[…]  Costruire significa collaborare con la terra, imprimere il segno dell’uomo su un paesaggio che ne resterà modificato per sempre; contribuire inoltre a quella lenta trasformazione che è a vita stessa delle città…….Costruire un porto, significa fecondare la bellezza d’un golfo.

VISITA LA GALLERIA FOTOGRAFICA DEL PORTICCIOLO TURISTICO

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